Dzieło
Książę
Niccolò MachiavelliNiccolò Machiavelli słynne cytaty
Niccolo napisał słynnego Księcia, którego postać tytułowa zainspirowana była osobą Cesare Borgii, syna papieża Aleksandra VI, brata Lucrezii, wł. polityka, kardynała, księcia Romanii.
Źródło: J.H. Merle d’Aubigne Historia Reformacji XVI w, tom 1, s. 146.
„Kto pragnie oszukać, zawsze spotka takiego, który oszukać w żaden sposób nie pozwoli.”
Źródło: Leksykon złotych myśli, wyboru dokonał Krzysztof Nowak, Warszawa 1998.
Chi è cagione che uno diventi potente, ruina; perché quella potenzia è causata da colui o con industria o con forza; e l’una e l’altra di queste dua è sospetta a chi è diventato potente. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
Niccolò Machiavelli Cytaty o ludziach
„Powszechna to wada ludzi nie pamiętać o burzy, gdy morze spokojne.”
Il che è comune defetto delli uomini, non fare conto nella bonaccia della tempesta. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXIV
„Ludzie będą zawsze dla ciebie źli, jeżeli konieczność nie zmusi ich do tego, by byli dobrzy.”
Li uomini sempre ti riusciranno tristi, se da una necessità non sono fatti buoni. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXIII
È cosa veramente molto naturale et ordinaria desiderare di acquistare; e sempre, quando li uomini lo fanno che possano, saranno laudati, o non biasimati; ma, quando non possono, e vogliono farlo in ogni modo, qui è l’errore et il biasimo. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
E sono tanto semplici li uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Niccolò Machiavelli: Na czasie cytaty
È principali fondamenti che abbino tutti li stati, cosí nuovi come vecchi o misti, sono le buone legge e le buone arme. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XII
„Trzeba przeto być lisem, by wiedzieć, co sidła, i lwem, by postrach budzić u wilków.”
Bisogna, adunque, essere volpe a conoscere è lacci, e lione a sbigottire è lupi. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Niccolò Machiavelli cytaty
E’ non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio che li uomini con la prudenzia loro non possino correggerle, anzi non vi abbino remedio alcuno; e per questo potrebbano iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne’ nostri tempi per la variazione grande delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni umana coniettura. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: Il Principe, rozdz. XXV, 1814, s. 95.
Però la migliore fortezza che sia, è non essere odiato dal populo; perché, ancora che tu abbi le fortezze, et il populo ti abbi in odio, le non ti salvono; perché non mancano mai à populi, preso che li hanno l’armie forestieri che li soccorrino. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XX
„Tych, którzy stają się zależnymi, należy honorować i miłować, zwłaszcza gdy nie są chciwi.”
Quelli che si obbligano, e non sieno rapaci, si debbono onorare et amare; quelli che non si obbligano. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. IX
Non si debbe mai lasciare seguire uno disordine per fuggire una guerra, perché la non si fugge, ma si differisce a tuo disavvantaggio. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
Uno principe savio debbe, quando ne abbi la occasione, nutrirsi con astuzia qualche inimicizia, acciò che, oppresso quella, ne seguiti maggiore sua grandezza. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XX
E però uno principe savio debba pensare uno modo per il quale li sua cittadini, sempre et in ogni qualità di tempo, abbino bisogno dello stato e di lui: e sempre poi li saranno fedeli. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. IX
Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può per tanto uno signore prudente, né debbe, osservare la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
„Szczęście ma imię kobiety; jeśli chcesz je zdobyć, nie wahaj się użyć siły.”
Źródło: Elizabeth Adler, Kobiety rządzą światem, motto powieści
Dovete adunque sapere come sono due generazioni da combattere (…) bisogna, adunque, essere volpe (…) e leone. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Sia meglio essere impetuoso che respettivo, perché la fortuna è donna: ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXV
Veruna cosa fa tanto onore a uno uomo che di nuovo surga, quanto fa le nuove legge e li nuovi ordini trovati da lui. Queste cose, quando sono bene fondate e abbino in loro grandezza, lo fanno reverendo e mirabile. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXVI
L’amore è tenuto da uno vinculo di obbligo, il quale, per essere li uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena che non abbandona mai. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVII
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Per il che si ha a notare che li uomini si debbono o vezzeggiare o spegnere; perché si vendicano delle leggieri offese, delle gravi non possono: sí che l’offesa che si fa all’uomo debbe essere in modo che la non tema la vendetta. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
Di qui nacque che tutt’i profeti armati vinsono, e li disarmati ruinorono. Perché, oltre alle cose dette, la natura de’ populi è varia; et è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella persuasione. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. VI
ostatnie słowa
Źródło: Ostatnie słowa przed śmiercią, itvl.pl, 16 kwietnia 2013 http://www.itvl.pl/news/ostatnie-slowa-przed-smiercia
„Ludzie są zawsze nieprzyjaciółmi przedsięwzięć, w których widzą trudności.”
Li uomini sono sempre nimici delle imprese dove si vegga difficultà. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. X
„Ludzie szkodzą z bojaźni lub przez nienawiść.”
Li uomini offendono o per paura o per odio. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. VII
In ogni città si truovano questi dua umori diversi; e nasce da questo, che il populo desidera non essere comandato né oppresso dà grandi, e li grandi desiderano comandare et opprimere el populo; e da questi dua appetiti diversi nasce nelle città uno de' tre effetti, o principato o libertà o licenzia. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. IX
„Ludzie prędzej puszczają w niepamięć śmierć ojca niż stratę ojcowizny.”
Li uomini sdimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVII
Coloro è quali solamente per fortuna diventano, di privati principi, con poca fatica diventano, ma con assai si mantengano; e non hanno alcuna difficultà fra via, perché vi volano; ma tutte le difficultà nascono quando sono posti. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. VII
Le iniurie si debbono fare tutte insieme, acciò che, assaporandosi meno, offendino meno: è benefizii si debbono fare a poco a poco, acciò che si assaporino meglio. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. VIII