
È principali fondamenti che abbino tutti li stati, cosí nuovi come vecchi o misti, sono le buone legge e le buone arme. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XII
Książę – najsłynniejsze dzieło Niccolò Machiavellego, jedna z najważniejszych pozycji w dziejach filozofii politycznej, poradnik strategii utrzymania władzy, źródło doktryny politycznej zwanej makiawelizmem.
È principali fondamenti che abbino tutti li stati, cosí nuovi come vecchi o misti, sono le buone legge e le buone arme. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XII
„Trzeba przeto być lisem, by wiedzieć, co sidła, i lwem, by postrach budzić u wilków.”
Bisogna, adunque, essere volpe a conoscere è lacci, e lione a sbigottire è lupi. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
„Powszechna to wada ludzi nie pamiętać o burzy, gdy morze spokojne.”
Il che è comune defetto delli uomini, non fare conto nella bonaccia della tempesta. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXIV
Chi è cagione che uno diventi potente, ruina; perché quella potenzia è causata da colui o con industria o con forza; e l’una e l’altra di queste dua è sospetta a chi è diventato potente. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
„Ludzie będą zawsze dla ciebie źli, jeżeli konieczność nie zmusi ich do tego, by byli dobrzy.”
Li uomini sempre ti riusciranno tristi, se da una necessità non sono fatti buoni. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXIII
È cosa veramente molto naturale et ordinaria desiderare di acquistare; e sempre, quando li uomini lo fanno che possano, saranno laudati, o non biasimati; ma, quando non possono, e vogliono farlo in ogni modo, qui è l’errore et il biasimo. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
E sono tanto semplici li uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
E’ non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate dalla fortuna e da Dio che li uomini con la prudenzia loro non possino correggerle, anzi non vi abbino remedio alcuno; e per questo potrebbano iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne’ nostri tempi per la variazione grande delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì, fuora di ogni umana coniettura. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: Il Principe, rozdz. XXV, 1814, s. 95.
Però la migliore fortezza che sia, è non essere odiato dal populo; perché, ancora che tu abbi le fortezze, et il populo ti abbi in odio, le non ti salvono; perché non mancano mai à populi, preso che li hanno l’armie forestieri che li soccorrino. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XX
„Tych, którzy stają się zależnymi, należy honorować i miłować, zwłaszcza gdy nie są chciwi.”
Quelli che si obbligano, e non sieno rapaci, si debbono onorare et amare; quelli che non si obbligano. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. IX
Non si debbe mai lasciare seguire uno disordine per fuggire una guerra, perché la non si fugge, ma si differisce a tuo disavvantaggio. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. III
Uno principe savio debbe, quando ne abbi la occasione, nutrirsi con astuzia qualche inimicizia, acciò che, oppresso quella, ne seguiti maggiore sua grandezza. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XX
E però uno principe savio debba pensare uno modo per il quale li sua cittadini, sempre et in ogni qualità di tempo, abbino bisogno dello stato e di lui: e sempre poi li saranno fedeli. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. IX
Coloro che stanno semplicemente in sul lione, non se ne intendano. Non può per tanto uno signore prudente, né debbe, osservare la fede, quando tale osservanzia li torni contro e che sono spente le cagioni che la feciono promettere. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Dovete adunque sapere come sono due generazioni da combattere (…) bisogna, adunque, essere volpe (…) e leone. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVIII
Sia meglio essere impetuoso che respettivo, perché la fortuna è donna: ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXV
Veruna cosa fa tanto onore a uno uomo che di nuovo surga, quanto fa le nuove legge e li nuovi ordini trovati da lui. Queste cose, quando sono bene fondate e abbino in loro grandezza, lo fanno reverendo e mirabile. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XXVI
L’amore è tenuto da uno vinculo di obbligo, il quale, per essere li uomini tristi, da ogni occasione di propria utilità è rotto; ma il timore è tenuto da una paura di pena che non abbandona mai. (wł.)
Książę (1513)
Źródło: rozdz. XVII